[vc_row][vc_column width=”3/4″][vc_single_image media=”74852″ caption=”yes” media_lightbox=”yes” media_poster=”yes” media_width_percent=”100″ lbox_title=”yes” lbox_caption=”yes” lbox_social=”yes”][/vc_column][vc_column width=”1/4″][vc_custom_heading heading_semantic=”h4″ text_size=”h4″]Intervista[/vc_custom_heading][vc_column_text]di Claudia Rocchi
Corriere Romagna
20 aprile 2018[/vc_column_text][vc_column_text]
Allo studio del corpo dichiara di unire anche quello del paesaggio.
Sì, parallelamente sviluppo un lavoro che fa riferimento al paesaggio inteso come un territorio che può generare diversi immaginari, e in che modo i corpi possono inserirsi all’intemo di esso. La mia e una visione estesa della cosiddetta coreografia, più allargata rispetto a quello che può definirsi tradizionalmente danza.
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