Momentum Da
Di Cristina Kristal Rizzo e Diana Anselmo
Coreografia Cristina Kristal Rizzo
Performance Diana Anselmo e Cristina Kristal Rizzo
Testo a cura di Cristina Kristal Rizzo, Diana Anselmo e Laura Pante su scritture di Yvonne Rainer, John Cage, Simone Weil, Ilya Kaminsky e CKR
Accompagnamento teorico Laura Pante, Sergio Lo Gatto
Produzione Fuori Margine Centro di Produzione di danza e Arti Performative della Sardegna e TIR Danza
Con il sostegno di MilanOltre Festival, Oriente Occidente
Residenze artistiche PARC – Performing Arts Research Centre, Kilowatt, Armunia.
Il progetto Monumentum ha preso avvio nel 2022 ed ha già visto la creazione di un solo interpretato dalla danzatrice Megumi Eda prodotto da Torino Danza Festival ed il sostegno di Lugano Dance Project e di una creazione per ensemble, progetto vincitore del bando Abitante supportato dal Centro Nazionale di produzione della Danza Virgilio Sieni e dalla Fondazione CR di Firenze. Monumentum sta come: memoria, documento, segno di riconoscimento, qualcosa che viene dal passato. Qualcosa che si sofferma e che fermando la progressione continua del flusso produttivo, si sposta nella profondità della memoria, in una sorta di anacronismo temporale. Monumentum dunque continua moltiplicando gli sguardi lungo il filo della coreografia e in questa nuova tappa si avvale della presenza e interpretazione di Diana Anselmo, performer sordx bilingue in italiano e LIS e attivista/co-founder dell’associazione Al.Di.Qua.Artists.
Monumentum DA è una dedica alla singolarità di Diana Anselmo. La creazione si configura come un racconto, un movimento del corpo al corpo, che intende amplificare e dare spazio alle possibilità intrinseche della lingua dei segni, lingua per lungo tempo resa estranea e aliena dai processi di potere fonocentrici, processi che hanno tentato di abolirla nel corso della storia, lingua viva, corporea, umana, che non parla di margini ma di nuove forme. La LIS ed il corpo di Diana sono un archivio di documenti in continua trasformazione, monumenti linguistici che formano un racconto condiviso in cui far confluire la politica di un corpo in uno slancio vitale nel tentativo di aprire altri piani della memoria e riconnettersi alla storia. Il lavoro è accessibile a tutti, contenendo nella sua forma le possibilità di essere fruito da un pubblico udente e da un pubblico sordo. Si tratta dunque di riconsiderare i potenziali espressivi dei corpi e aprire uno spazio in cui la diversità è pura risorsa in relazione con l’immaginario condiviso di una momentanea collettività.